Italian Hammers
Raduno si raduno no’… era da molto tempo che ne parlavamo tra di noi, poi il brusco risveglio con il Covid-19, tutto fermo, tutto rinviato, tutto non si capisce più niente, peccato davvero, peccato per il grande impegno di Michele Vianello, il 2020 si chiude così, niente raduno. Ma poi conoscendo il gruppo abbastanza bene sapevo che la brace, il fuoco era solo in pausa, un fuoco lento, ma direi anche inesorabilmente vivo… e così abbiamo soffiato piano, lentamente, lo abbiamo curato, addolcito, accarezzato, progettato, Michele lo aveva nel cuore questo raduno, giocava in casa, era oramai una questione di cuore e così… Bummmm, 31 Ottobre, un anno dopo ci siamo, siamo nel 2021, le cose vanno leggermente meglio, il Virus circola ancora, ma un po’ sotto controllo lo è, andiamo ragazzi, si può fare, tutto organizzato, garantisce lui, hotel prenotato, pub trovato, siamo solo a 450 km di distanza, ma non importa, è così tanta la voglia di esserci che una volta organizzati si parte.
Destinazione Vicenza, a casa dell’amico Ciop, il viaggio prosegue bene, e in poco più di 4 ore eccoci in casa sua e di Sonia, bellissimo rivederci dopo tanto, i ragazzi sono cresciuti, bella famiglia. Via, si prende il treno per Venezia, ahh dimenticavo anche Ciop sta’ allestendo la sua stanza dei sogni.
Un’ora dopo eccoci in Venezia, fuori dalla stazione (c’è sempre una station) troviamo Valter, Gaia e Oscar ad attenderci… ecco ad esempio perché ci vogliamo bene, mi avevano messaggiato ma in treno non avevo sentito, che gioia, rivederli, che abbracci, con me c’è anche Anna mia moglie, il mio amico Taquilla e Carla, dopo tanto tempo il mio amico-fratello si è ributtato nella mischia e va bene così, Carla è incuriosita da questo raduno, per lei è l’esordio… ne vedrà delle belle mi sa.
I ragazzi ci accompagnano in Hotel, così possiamo liberarci delle borse, altra sosta, altro deposito e siamo in direzione del Marcianino Pub per il primo incontro-aperitivo… ecco Mattia con Elena, sono seduti al tavolino, ma il sorriso che intravedo nei loro sguardi appena ci vedono mi apre il cuore, e ma prima camminando per le strade della bellissima Venezia alle spalle sento “eccoli qua gli amici di Moyesssss” ci giriamo e chi becchiamo? lui … Fabio Furi, direttamente dalla Toscana, da Prato, che risata generale che ci scappa, che abbraccio, ogni volta che capita, mi accorgo che a volte basta proprio poco, 4 mesi, 8 mesi dopo, 1 anno dopo, 2 anni dopo … non ricordo nemmeno più, ma poi basta un’ attimo che tutto si sistema, tutto si incastra, tutto riprende il suo corso naturale della vita, che bello.
Che si fa? Mangiamo qualcosa? e no, Gian, prima si beve, e allora via con birra e Spritz, vedo piano piano maglie claret and blue avvicinarsi al pub, gente nuova, ragazzi mai visti, ma già li conosco prima ancora di parlarci insieme, a pelle le cose capitano così… basta un accenno, ciao sono Loris, ciao sono Stefano, ciao sono Claudio… poi arrivano Ale con moglie e figlio al seguito, che bello mi dico, eccoli, Lucio, Patrik e Luca… rivedo Luca e lo rivedo sotto una macchina in quel di Robilante al primo raduno… che risate, che abbracci, a volte mi chiedo ma “cosa abbiamo costruito tutti assieme”? E poi arriva Casper, con lui due amici che mi sfuggono i nomi (perdonatemi), Con Casper mi lega un’amicizia che dura nel tempo fin dai primi incontri ad Upton Park, il primo all’infuori del giro Robilantese… era il 2011. Stefano e moglie, ricordiamo la trasferta di Birmingham, che emozione, è un po’ come ritrovarsi in famiglia, magari qualcuno potrà anche non capire, ma è proprio così… e poi Andrea, altri abbracci.
Arriva Michele l’organizzatore del Raduno, un gentleman, non ci conosciamo di persona, ma e come se ci conoscessimo da sempre, si vede subito la sua felicità, e così orgoglioso che vedo bolle salire in alto sulla sua testa, come se fosse in una bolla gigantesca dove nessuno può toccarlo, che sorriso però… mannaggia mi guardo in giro e vedo mia moglie che ride abbracciata al buon Fabio, siamo tutti fratelli, Gaia la compagna di Valter ride di buon gusto, con lei ci facciamo la promessa che prima o poi studieremo la lingua inglese da stupire tutti… Elena potrebbe essere la prof. perfetta.
Escono tra noi le prime leggende… alcuni dicono di aver intravisto il fantasma di Christopher per le vie di Venezia…. E dai, abbiamo visto le sue pubblicazioni da Edimburgo, e poi ha avvisato che non puo’ esserci questa volta… ma le voci si fanno sempre più insistenti, vuoi vedere che alla fine… io comunque con me ho la Flag per lui e la sua famiglia… non si sa mai.
Ci avviamo verso il Marciano Pub, sede del nostro Raduno, ma che bel posto, le finestre danno sui canali, dentro si respira la tipica anima inglese, oh mamma mi dico, che bel posto, che bello, che atmosfera che sta nascendo, prendo le altre bandiere e mi accingo ad appenderle alle pareti del pub, adesso sembra casa nostra, sento urlare… sento urlare…. Vedo un gigante entrare nel pub, Chris arriva con tutta la famiglia, figli, moglie… sorride come un bambino il giorno di Natale… poi dice… “ io fatto sorpresa a metà” ci abbracciamo, Michele gli consegna un foglio plastificato, intravedo lo stemma della Station, Chris lo prende e in modo militare e autoritario prende la parola e mi si avvicina come se fosse al fronte, schiena dritta, voce alta, legge in inglese io qualcosa capisco mi sento gli sguardi addosso, gli occhi su di me, annuisco, chissà cosa penseranno, intuisco che è una dedica per me, con calma tradurrò e la farò mia… alla fine ci scappa un grande applauso, la firma e di Danny Fenn the Boleyn Poet… che onore penso, ma io vorrei condividerla con tutti i presenti, è troppo per me.
Chiamo Chris e figli, consegno a loro la bandiera della Station 936, so che l’apprezzeranno, e la gioia che intravedo nei loro sguardi è bellissima, si emozionano, siamo tutti bambini in un giorno di festa… Conosco Igor, finalmente, e una vita che ci scriviamo, arrivano Emilio e Paolo, ci abbracciamo, quanti ricordi tra noi, che risate, parliamo un po’ di tutto, arrivano le prime birre, manca ancora un po’ prima del match tra l’Aston Villa e il West Ham.
Scambio due parole con i nuovi ragazzi, ecco, basta veramente poco per capire cos’è la Station 936, basta ascoltare, basta sentire le loro parole, non c’è bisogno di aggiungere altro, Federico, Stefano, Claudio (e altri che adesso mi sfuggono i nomi) con i loro modi semplici, rispettosi, raccontano della passione per gli Hammers, le loro trasferte, le loro magie, le maglie, che bel modo di raccontare, che umiltà… sarebbero dei miei perfetti giocatori.
Arriva Rog con Grace, partono i cori, un Sir della Station, del gruppo, un signore, con i suoi modi ha conquistato tutti da molto tempo direi, adesso il pub è quasi pieno, ci avviciniamo al match, ma le birre volano, e scaldano ancora di più l’ambiente, abbraccio sua moglie Grace, il suo accento romano mi fa impazzire.
Conosco finalmente gli amici di Chris, sono venuti direttamente dalle Marche, ci stringiamo le mani, che giornata ragazzi, mi guardo in giro e vedo solo visi sorridenti, anche le mogli o ragazze lo sono, forse hanno capito un pò di più questa folle passione per il football inglese e per il West Ham, e la Station… sento così forte le risate che mi ritrovo con una birra in mano, alla tua Gian mi dice il barista… già adesso tocca anche a me, prendo la mia borsa, ho portato le spillette del gruppo, oggi si può, si deve, c’è la magia giusta… porgo a tutti i partecipanti il simbolo del gruppo, vedo la sorpresa, il piacere di ricevere, impagabile mi dico, le avevo fatte da tempo ci tenevo da matti, è un modo per unire se mai ce ne fosse bisogno ancora di più.
Inizia il match… e come sempre la partita è come una musica di sottofondo, le birre le risate, le urla, il gruppo di Casper laggiù nell’angolo è avviato verso il baratro… lo intuisco dal liquido che vedo scorrere sul pavimento… sono ragazzi che volete farci… noi vecchietti abbiamo più esperienza… mi scappa da ridere.
Ma poi arriva l’urlo del gol tipo trasferta in terra inglese…”Yeahhhhhhh”… Benjamin Johnson porta in vantaggio il West Ham, non mi accorgo del pareggio di Watkins… ma che importa, sono sicuro che la porteremo a casa… oggi può andare solo cosìììììì… il pub esplode di gioia pochi minuti dopo quando arriva il nuovo vantaggio con un tiro dalla distanza di Rice. Partono i cori, si balla , si salta, sempre con le birre in mano, come se fossimo al Boleyn, o sulle gradinate di qualche stadio malandato, i minuti scorrono, i discorsi la pub si fanno sempre più audaci, si parla di donne facendo attenzione che le mogli non sentano, di raduno, alcuni chiedono di Robilante, altri si dice stiano valutando se farlo il prossimo anno nelle Marche nel paese degli amici di Chris, poi Roma, poi Torino, e mi sa che siamo messi proprio bene, individuo Michele Vianello in un angolo, osserva, è felice, ride, si gusta la giornata, meglio di così non poteva andare penso io.
La partita per i Villans si fa ancora più complicata nella ripresa, quando Konsa viene espulso e porta la propria squadra, già in svantaggio, anche in dieci uomini. L’Aston Villa resiste per trenta minuti, ma all’81’ vede svanire qualsiasi opportunità di recupero, con il gol di Pablo Fornals e poi cede al tracollo definitivo con il poker firmato da Bowen al 84′… e qui si balla e ci si abbraccia come se non ci fosse un domani.
This is Station 936.
Alcuni turisti fanno fotografie che mi riportano al primo raduno di Milano, ci affacciamo sul canale, la moglie di Ale ci fa una foto splendida, da conservare nel tempo. Che felicità attorno a noi, la partita è finita, ma la voglia di far festa rimane, tra un po’ ci dovremmo spostare in un altro pub per la serata, ma a dire il vero qua sembra che nessuno voglia andarsene. Grace con il suo accento romano mi dice “ma Gian, qua si sta benissimo, e stiamo qua”… e così facciamo, alcuni restano dentro, altri fuori, alcuni ci lasciano, devono rientrare a casa, Oscar filma per il pub, scattiamo un miliardo di fotografie, tutti vogliamo fermare il tempo per il domani, ci sarà tempo per i ricordi, Taquilla è felice, Carla, Elena, Anna, sorridono… cala la sera, Chris ci saluta, vanno a cena, con loro gli amici marchigiani, noi restiamo al pub, a me sembra di sentire ancora i gol, ma saranno i nostri demoni che si ribellano.
I bergamaschi escono e non ci incrociamo, ma ci sentiremo per telefono, Patrik, Lucio, Luca sono partiti, la banda Casper chissà dove sarà finita, i veneti anche, Fabio è ripartito per la sua toscana, mister Away, Moyes Vattene… che poi lui di calcio se ne intende ma lo dice perché in fondo sa che porta bene, e che il nostro Manager ha fatto un gran lavoro.
Facciamo un giretto per le vie di Venezia, scattiamo ancora una foto ricordo, non si sa mai che non bastino le migliaia di fatte precedentemente. E’ sera tardi e la stanchezza comincia a farsi sentire, e così arriva un ultimo abbraccio tra noi, Michele da buon padrone di casa è l’ultimo ad andarsene.
Rog, mi ha portato lo spara bolle, un 30 kg buoni buoni, una macchina che dice deve stare nella mia “stanza dei sogni”, io vorrei che restasse con lui, e lui invece insiste. Me la prendo, la porterò a Robilante, la custodirò gelosamente perché oltre allo sparare bolle in alto… per me rappresenta un po’ “la macchina del tempo”, la nostra macchina del tempo… perché noi della Station siamo dei sognatori, dei magnifici sognatori, e… “You Will Never Understand If You Are Are Not One Of Us”.
Mi scuso se non ho ricordato tutti, ma vi assicuro che nella mia memoria ci siete proprio tutti quanti.