Ma che week end è stato questo? Ne sono ancora intontito e frastornato.Era come essere all’interno di una grande bolla di sapone dove al di fuori non c’era nulla o, forse, al di fuori non c’importava nulla di cosa ci fosse.Quarantotto ore dove il tempo sembrava essersi fermato e che invece trascorreva come per una biglia in discesa: da sé e sulla base di ciò che incontrava lungo il suo percorso senza alcun particolare o determinata traiettoria.Fin la trave centrale, irregolare e scheggiata, della mia camera in agriturismo mi dava la sensazione di ritornare indietro nel tempo, ricordandomi la vecchia casa di campagna di mia nonna dove mi rifugiavo furtivamente a fare l’amore.In quel centro sociale a qualcuno è fin parso di riconoscere i Campi Elisi, che nella mitologia greco romana era il luogo ove le anime di coloro che erano amati dagli Dei, dopo la morte, sognavano di dimorare in pace ed in piena serenità.Un campo da calcio, un riparo per pranzare, il rustico forno per cucinare, un bar, i bagni negli spogliatoi di calcio, un campo giochi per i bambini più piccoli, …in quell’area c’era tutta la spiritualità di un vero Hammer.Per qualcuno c’era tutto per arrivare ad esclamare nella propria mente : “ sono arrivato…non chiedo altro”.Be, in fondo in fondo, anche nei miei sogni, il Paradiso è sicuramente il campo da calcetto su cui giocavo quando andavo all’oratorio della mia parrocchia, che era stato ricavato da un campo da basket e le cui porte erano i sostegni in ferro dei canestri, fissati a terra con due pesantissimi blocchi di cemento. Ai tempi forse non esisteva neanche la parola “calcetto” perché ricordo che per noi era comunemente chiamato “campo di porticine”. Anche se ora è stato sostituito da un “troppo” professionale campo da calcetto, è sempre nelle mie speranze e nei mie sogni, trovarci dimora extraterrena, più che di qualche rinomato stadio di qualche titolata società calcistica. Spero anche, se ciò accada, di trovare ad aspettarmi qualche mio amico a cui non è bastata la passione per il calcio per tenerlo lontano dalla merda che girava il quel periodo e che se l’è portato via troppo presto.Ma perché le persone migliori hanno sempre fretta d’andarsene ?Sarebbe un sogno arrivarci con le squadre già schierate e sentirsi dire :” Ne manca uno…giochi ?”…Un sogno…un grande sogno. Io ne sono convinto: se il Paradiso esiste, ci deve essere sicuramente la possibilità di giocare a calcio anche di là.Prima e dopo il pranzo non sono riuscito a star lontano dal pallone e dal campo di gioco ove i giovani ed allenati ragazzi ed i bambini, senza perdere un attimo, sfruttavano già al limite quell’erba, dando sfogo ad una spontanea partitella.Anche per me era come mettere un bambino davanti ad un barattolo di Nutella dicendogli di non assaggiarla….impossibile…dopo pochi minuti avevo già le “dita nel barattolo”.Dalla porta ero assorto nei miei pensieri e guardavo i boschi impenetrabili ubicati alle spalle della porta avversaria, da cui mi aspettavo uscisse all’improvviso qualcosa o qualcuno, come ai tempi dell’oratorio feriale dove, per animare un po’ le giornate, a volte mi mascheravano alla buona con dei sacchi della spazzatura trasformandomi in un essere che solitamente veniva chiamato Mister X, che, seppur doveva essere un personaggio spaventoso e cattivo, alla fine era sempre atteso con piacere dai bambini più piccoli.Mentre sentivo entrare dell’aria “buona” nei miei polmoni e nei miei sensi, ero assorto nel vedere i nostri figli felici giocare al gioco che per noi, ormai adulti, è la passione di una vita: il calcio.Lo sport che ci ha tenuti lontani da tante cose brutte e ci ha reso quello che ora siamo.Una passione che abbiamo trasmesso a loro.In quel campo da calcio, come in tanti presenti in questo mondo, c’era solo la voglia di vivere e divertirsi senza preoccuparsi dei problemi e delle controindicazione ( fisiche ma soprattutto psicologiche ) che avremmo subito al termine di tale esperienza tornando alla vita comune.Credo che in questi “ritrovi”, le persone riescano ad essere se stesse, abbandonando volutamente per un attimo il “vestito” indossato quotidianamente nella loro vita “professionale” per concedersi una boccata di vita “reale” . Sono feste in cui a nessuno importa recitare una parte come spesso accade nella vita di tutti i giorni. Infatti difficilmente a qualcuno interessa che professione eserciti.Mi piace osservare le persone e provare a capire cosa riescono a trasmettere i loro sguardi. E’ vero che gli occhi sono il riflesso della propria anima. Però a volte chiudo i miei ed ascolto ciò che accade intorno. Al buio la tua mente è bloccata ma l’istinto, che regna sovrano, riesce ancora ad isolare i suoni che magari un gruppo intero di persone trasmette. In questo raduno, oltre a chi già conoscevo, ho trovato elementi unici che solo vivendo puoi riuscire a conoscere.Senza togliere nulla a nessuno:TAQUILLA 11 … ma che cos’è una persona che ti si presenta dicendoti che per lui vale quel detto che recita “Soldi e paura non li ho mai avuti”… uno spirito umile e libero il cui sottile sguardo è talmente profondo che arriva prima delle proprie parole. Una rasoiata. E’ lì che ristagna la luce dell’anima corretta e genuina. Semplice uomo che sa cos’è una famiglia e che sa riconoscere a naso le persone sincere e oneste. Una persona che potrebbe vendere l’anima al diavolo se tale gesto fosse necessario per salvare la vita di un suo amico.Questa è l’incarnazione dello “Spirito Hammer” e non conta se tu sei ricco o povero, se sei giovane o vecchio, se sei istruito e no…è una predisposizione che tutti abbiamo nel nostro DNA, che alcuni esternano in modo spontaneo mentre ad altri viene fuori solo quando viene sollecitato ( in alcuni casi con qualche birra J). E’ come quando si costruisce una casa e viene già installata la predisposizione per l’impianto sonoro in tutte le stanze. Poi però spetterà a chi comprerà l’abitazione ad installare un buon amplificatore per ascoltare la musica, altrimenti non si trasmetterà nulla. Lo stesso con alcune persone: senza avere al proprio fianco un buon “amplificatore”, questa gioia di vivere stenta ad essere diffusa. Però occorre anche ricordare che quando si emette “musica”, quella “buona”, è talmente radiosa e bella che tutti ne giovano. Non serve solo a chi la emette ma anche a chi l’ascolta.Credo che l’intento generale fosse quello di creare un gruppo variegato che sapesse amalgamare elementi differenti per animo e carattere, tali da poter essere fuori dal mondo e da tutti i problemi e pensieri del presente . Ciò, in questo ritrovo è stato possibile sia per l’ambiente isolato e protetto di Robilante che ci ha difeso quanto il “fortino” di Upton Park e che ha incarnato a pieno lo spirito Hammer, sia per le persone che vi hanno partecipato, uomini, donne e bambini, che hanno costituito un unico e magnifico “amplificatore” .E’ anche per questo che voglio sfatare quel fattore comune che troppe birre portano a ridurre un uomo in uno straccio o in un volgare elemento. Perché io, da astemio, ho visto in una serata passarmi sotto il naso fiumi di birra, ma allo stesso tempo ho visto persone trasformarsi in folletti felici dediti solo al divertimento senza recare danno a niente ed a nessuno.C’era un BERGAMASCO, dalle sembianze un po’ più aggraziate di Lord Voldemort, noto personaggio dei racconti e dei libri di Harry Potter, che probabilmente, ad un certo punto della festa, è stato posseduto da qualche spirito pazzo e gioioso. Probabilmente nella sua precedente vita era un Braveheart bergamasco…un cuore impavido.Con gli occhi più accesi della tigre di Mompracem e le corde vocali in perenne tensione, qualcosa si era impadronito del suo corpo a tal punto da far suo un piccolo megafono con cui emetteva proclami ed attirava le persone nella pista da ballo. Un piccolo led rosso illuminava l’interno della sua ugola facendola sembrare, mentre urlava, insanguinata.Non so se era stata solo la birra o anche qualche rito esoterico annesso al megafono preso dal marocchino che ne era praticamente shoccato dalla sua buona riuscita, ma quell’escalation di energia è esplosa tiranna coinvolgendo i presenti e soprattutto rendendo tale raduno unico anche per i più timidi.Quell’allegria che porta le persone indietro nel tempo fin quasi a quando si era bambini e bastava veramente poco per divertirsi.Quel giusto casino che può solo dar fastidio a chi è già sprofondato nella noia e nell’abitudinarietà o nella quintalata di pasta e fagioli che la festa offriva con annessi effetti collaterali.Vi assicurato che sabato, grazie a questi elementi “amplificatori” e qualcuno, da questi ultimi, “amplificato”, Santa Lucia, anche se protettrice della vista, per una notte ha chiuso gli occhi ed ha ceduto volentieri la sua festa agli Hammers presenti, facendola diventarela Festadi San Boleyn.Quando mi sento “soffocare” e non ho più voglia di vivere, guardo negli occhi i miei figli ed automaticamente il mio motore riparte a pieni giri. Provate anche voi a fare così…noi del gruppo guardiamoci negli occhi perché solo così possiamo capire la genuinità delle persone che lo compongono e soprattutto il fatto che non potevamo trovare persone migliori per farlo nascere, crescere e gestire.Persone su cui è possibile fare completo affidamento.Seppur lontano e scomodo a molti, mi sono convinto che questo “ritrovo” non poteva trovare collocazione migliore per svariati motivi sia di carattere organizzativo sia morale.Robilante è il luogo dove tutto ha avuto origine e qui doveva avvenire la consacrazione di tale progetto, la conferma di tale spiritualità.Un paese diventato per molti una specie di Area 51, quella dove in America si mistica sul fatto che esista o no e che sia il posto dove tengono gli alieni caduti con i loro dischi volanti nel deserto del Messico negli anni ’40.Dove il GIAN ed i suoi fidi amici hanno coltivato un sogno diventato realtà grazie al riconoscimento ufficiale della STATION 936 quale unico club italiano del WEST HAM. Mi correggo…non club…ma un gruppo. Ciò perché quando si acclama il GIAN con la sua carica, lui tende sempre a precisare che TUTTI SIAMO PRESIDENTI. Qui nessuno è più avanti di altri, nessuno regna e nessuno è un suddito. Qui si è tutti uguali. E’ per questo che credo che farlo a Robilante era un atto dovuto per queste persone che c’hanno creduto sin dall’inizio e, contrariamente a quanto spesso succede a molti, non hanno mollato fino ad arrivare a tale sudata ufficializzazione.E’ anche per questo che credo che al di fuori della STATION 936 per me non esiste nulla in Italia del West Ham. Anche i gadget, se non sono del gruppo ufficiale, li apprezzo solo se hanno respirato l’aria di Londra.Un’aria che PIERO sembrava respirare domenica nella partita contro l’Accademy quando, in tenuta da gioco con la sua maglia ufficiale del West Ham, dal campo immaginava una curva stile Upton Park, invece degli esistenti spogliatoi.Reduce dalle sue birre e dalla rilassatezza e storicità della nottata tale da fumarsi un sigaro in prossimità del bancone della Rita, l’anziana settantenne spillatrice di birra della Festa di Santa Lucia, ormai un mito, per consacrare il grande evento. Ora doveva invece preoccuparsi di contenere le scorribande della giovane e “polmonata” squadra avversaria tra le cui fila militava anche il proprio figlio Thomas.Ennesima tappa del programma di questo week end in cui alcuni, seppur provati dalla nottata, hanno dato sfoggio della loro classe indimenticata di calciatori .Gente che ha imparato a “pedalare” tanti anni fa e non ha mai dimenticato, ancora oggi, come si fa . Seppur le gambe sprofondavano nell’erba anche se il terreno non era sconnesso e non presentava irregolarità, la classe e la tecnica della STATION riuscivano a sopraffare la tonicità dei giovani avversari che si arrendevano al sigillo finale dello SHAMANO dettato da una parabola che s’incuneava con una lentezza incredibile in rete.Miglior giocatore STATION : Nik. Nik…Nik…Nik…che dire di lui…presente e futuro della STATION, ottimo giocatore ma soprattutto goliardico menestrello del ritrovo di ROBILANTE. Tassello indispensabile di tale gruppo. Senza il “Grande Nik”, oggila STATION non avrebbe senso d’esistere.Occorre quindi ringraziare tutti quelli che sono venuti al “ritrovo” di questo gruppo e soprattutto l’ospitalità di Robilante , del Gian, di Sax, dello Shamano, di Taquilla e di tutti quelli (mogli comprese ) che si sono sbattuti per farci tornare un po’ bambini per un week end e farci respirare un po’ di ossigeno puro.Rimanete bambini anche una volta ritornati a casa, senza entrare nello sconforto d’“incementarsi” in fabbrica o soffocare in ufficio, perché anche se il mondo è pieno di persone menefreghiste ed egoiste, se riuscite in tale intento, potrete condizionare positivamente anche chi vi stà accanto o chi conoscete da pochi minuti, rendendo questo mondo migliore grazie al vostro spirito. Ciò non è da poco perché è la miglior eredità da lasciare ai nostri figli ed alle generazioni future. Credetemi.
Amico è questo che ti rende diverso da ogni altra persona che abita questo fottutissimo pianeta: in te c’è il vero SPIRITO HAMMER, lo stesso spirito che in questo “ritrovo” ti ha fatto sentire invincibile. Tiralo fuori tutti i giorni e ci sarà sempre qualcuno che ti ringrazierà d’aver vissuto.
By Massimo Borghi