Era il 1981, avevo poco più di nove anni e la mia passione per il calcio era già ben salda e delineata. Il calcio era il mio cibo, dopo la scuola mi tuffavo per strada a prendere a calci un pallone imitando le gesta dei miei idoli. All’epoca non esisteva il calcio in TV, c’erano solo due appuntamenti indimenticabili: il campionato la domenica pomeriggio e le Coppe Europee il mercoledì. La radio raccontava e novantesimo minuto dava colore e immagine ad un calcio ancora romantico. Si conosceva poco del calcio estero. Qualche immagine nelle trasmissioni del mercoledì che raccontavano le partite di Coppa e poi qualche rubrica sulle reti locali come Teleroma 56 che presentava un magazine sul calcio inglese a cura di Sandro Piccinini. Grazie a questa rubrica cominciai ad amare lo stile inglese, il fascino dei loro stadi, i colori delle maglie e la passione del pubblico che era così diversa da quella che si viveva sugli spalti italiani. Ma c’era anche un altro appuntamento irrinunciabile proposto da TMC: La finale di coppa di lega inglese con commento della premiata ditta Colombo-Bulgarelli. E’ da qui che parte la mia storia con gli HAMMERS…la mia passione, il mio sentimento romantico, un cammino d’amore lungo e travagliato così come la storia del WHUFC vuole.
Era quasi primavera, un sabato il 14 marzo. Una mia compagna di classe, Raffaella, aveva deciso di festeggiare il compleanno. Negli anni 80’ i compleanni si festeggiavano a casa con le patatine, i pop corn, la musica dance, Reality, il gioco della scopa e del semaforo. Ricordo ancora perfettamente che, dopo aver ballato un paio di lenti, mi allontanai dalla camera dove impazzava la festa per recarmi in bagno. Passai attraverso il salone e notai che il padre di Raffaella stava seduto in poltrona davanti alla TV che trasmetteva una partita di calcio. Mi avvicinai curioso a piccoli passi, finché non gli arrivai accanto. Non mi sbagliavo, era una partita di calcio inglese, la finale di Coppa di Lega.
– Ti piace il calcio? – mi disse sorridendo
– certo ne vado matto – risposi felice
– Allora siediti sul divano e gustati lo spettacolo del calcio inglese.
Ero felicissimo. Io e il padre di Raffaella a vedere la partita e gli altri a ballare i lenti al buio. Chi se ne frega! Era meglio vivere un sogno. Dopo qualche minuto mi chiese:
– Tu per chi tifi?
– mah, non so – risposi quasi imbarazzato
– Io per il Liverpool sono i più forti in Europa.
Ma sì, avrei potuto tifare anche io per i reds, erano famosi, avevano tanti campioni, era una corazzata vincente. Ma più passavano i minuti e più rimanevo affascinato da quelle maglie celesti e bordeaux. Correvano come disperati, si difendevano fino alla morte onorando quei tifosi che, accorsi numerosissimi, cantavano dagli spalti. Era semplicemente uno spettacolo.
– Che squadra è quella più debole? – chiesi al papà di Raffaella.
– Il West Ham United, ragazzo!
West Ham United…quel nome mi cominciò a risuonare nella testa come una celeste melodia. Mi piaceva. Mi piacevano i colori della loro maglia. Mi piacevano i tifosi chiassosi e coloratissimi. Fu quello l’istante in cui cominciai a tifare come un pazzo per quella squadra. Rimanemmo attaccati alla tv per tutti novanta minuti nei quali le due squadre non riuscirono a regalarci l’emozione del gol. La corazzata Liverpool a secco contro i modesti Hammers. Fu il mio primo motivo d’orgoglio. Nel frattempo nell’altra stanza la festa continuava, ma io ero sempre più incollato a quella TV. Iniziarono i supplementari e il grande Liverpool riuscì a sbloccare il risultato con un gol di Alan Kennedy. Quando la palla gonfiò la rete degli Hammers mi accorsi di aver subito il colpo. Mi dispiaceva come se avessero segnato alla mia squadra del cuore. Che cosa mi stava capitando? Il padre di Raffaella mi guardò e sorridendo mi disse:
– Sono troppo forti. Che fenomeni quelli del Liverpool
– Non è vero, secondo me pareggiano – mi lasciai scappare
Il papà di Raffaella mi guardò e sorrise sprezzante. La partita riprese e la magia del calcio inglese non mi tradì. Ray Stewart violò la porta di Clemence e fissò il risultato sull’uno a uno. Incredibile ma il West Ham costrinse il grande Liverpool al replay della finale. Il collegamento Tv si chiuse con l’immagine dedicata ai tifosi del West Ham in festa che sbeffeggiavano i tifosi avversari. Ero Raggiante. Salutai il papà di Raffaella che era visibilmente perplesso e tornai a ballare con i miei amichetti. Era sbocciato un nuovo amore. Non avrei mai immaginavo che quell’orgoglio e quei colori mi avrebbero accompagnato per tanti anni. Colori, claret and blue, che ancora oggi dipingono il mio cuore in coabitazione con il biancoazzurro. West Ham United Football Club. Un giorno riuscirò a coronare anche il sogno di seguirlo dal vivo all’Upton Park. Per ora mi accontento di soffrire il sabato davanti alla TV, sì perché tifare WEST HAM significa, lottare, sudare e portare sempre a casa l’onore. E’ stata una scelta dettata dal cuore, anche se al tempo, potevo facilmente scegliere Liverpool o Arsenal. Questo, per me, rimarrà motivo di vanto anche perché la gioventù attuale tifa WEST HAM per moda, per la ribalta della Firm degli Inter City, per il film Green Street e non certo per la passione che ti cattura…non certo per le sognanti note di I’m Forever Blowing Bubble!
By Alessandro Nobili – 2010