Il caso Tevez: l’operazione che ha acceso la rivalità tra Blades e Hammers

Forse non tutti quelli che seguono il calcio inglese sono a conoscenza della rivalità tra Sheffield United e West Ham, una rivalità che ovviamente non è la più sentita per entrambe le tifoserie che hanno i cugini dello Sheffield Wednesday per le Blades, e il Millwall per gli Hammers,  tra le squadre al primo posto nella classifica delle rivali più odiate. Tutto nasce nella stagione 2006-2007, l’ultima dello Sheffield United in Premier League prima della promozione di quest’anno, quando Blades e West Ham erano impegnate nella lotta per non retrocedere e arrivarono all’ultima giornata a pari punti. La formazione allenata all’ora da Neil Warnock perse 2-1 contro il Wigan, mentre gli Hammers riuscirono a battere ad Old Trafford il Manchester United già laureatosi campione d’Inghilterra grazie al gol di Carlos Tevez. Proprio il campione argentino è la causa dei dissidi tra i due club viste le irregolarità emerse nell’operazione per portare lui e il connazionale Javier Mascherano ad Upton Park che hanno portato alla multa di 5.5 milioni di sterline inflitta al club londinese. Una volta acclarate le responsabilità del West Ham, a Sheffield si aspettavano una punizione ben peggiore, come la riduzione dei punti, tanto da appellarsi ad una commissione indipendente della Premier e successivamente all’Alta corte. Le Blades chiesero inoltre un risarcimento danni quantificato in 30 milioni di pounds per le perdite finanziarie dovute alla retrocessione, siglando successivamente un “gentlement agreement” con gli Hammers ottenendo alla fine 20 milioni pagabili in 5 anni. L’attuale giocatore del Boca Juniors fu abbastanza decisivo per la salvezza dei claret & blue realizzando 7 gol nelle ultime 10 partite, compreso quello determinante in
casa dei Red Devils.

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Everton – West Ham: 2-0

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Everton  (4-2-3-1):  Pickford 7; Sidibe 6.5, Keane 7, Mina 6 (Holgate 90), Digne 6; Davies 6.5, Gomes 7; Walcott 8 (Kean 85), Iwobi 6 (Sigurdsson 87), Bernard 7.5; Richarlison 6.5
Subs not used:  Lossl, Baines, Calvert-Lewin,  Baningime
Goalscorers: Bernard 17, Sigurdsson 90+2
Booked: Davies, Gomes
Manager:  Marco Silva 

West Ham United (4-1-4-1): Roberto 6.5; Fredericks 6, Diop 6.5, Ogbonna 7, Masuaku 5; Rice 6; Anderson 5.5 (Yarmalenko 45 5.5), Lanzini 5.5, Noble 5 (Ajeti 74 6), Fornals 5 (Wilshere 63 6); Haller 6
Subs not used:  Martin, Balbuena, Zabaleta, Snodgrass
Manager: Manuel Pellegrini
Booked: Rice, Diop

Referee: Paul Tierney
Attendance: 39,263 

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WEST HAM TILL I DIE (Mattia Centanni)

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WEST HAM TILL I DIE
LONDRA 4-5-6 OTTOBRE 2019
DAY 1:
Finalmente! Dopo due mesi dalla prenotazione e pianificazione, la banda composta da Tia, Nico, Zack, Gio, Davide e la special Guest Renato è pronta a partire alla volta della Straordinaria Londra. Sveglia abbastanza proibitiva, entusiasmo pre-partenza che non ci fa pensare al sonno, un pisolino lo faremo in aereo e via direzione Malpensa. Arrivati al terminal, dopo aver lasciato le auto al parcheggio, ci troviamo una fila chilometrica per i controlli. Un po’ per colpa nostra (potevamo anticipare di qualche minuto) e un po’ colpa della famosa organizzazione tutta italiana, quasi di corsa e senza aver preso neanche un caffè, arriviamo al gate giusto giusto per evitare la fila per l’imbarco (siamo quasi gli ultimi). Finita la scazzottata tra di noi per accaparrarsi il posto finestrino (risulterà del tutto inutile per via delle nuvole), ci si accomoda, si aspetta l’ok dalla torre di controllo per il take off e via alla volta di Londra. Volo tranquillo, puntuale e con un atterraggio da manuale, arriviamo a Gatwick. Controlli di routine, mannaggia a chi non ha portato e a chi non ha il passaporto. Prima di prendere il treno, che ci porterà in centro, decidiamo di mangiare qualcosa al volo, visto che è da circa 5 ore che non riempiamo lo stomaco. Sei muffin al modico prezzo di 2,20£. Un Affare. Treno, poi metro (tube), ed una passeggiata di 5 minuti ci portano in hotel. Ci dividiamo nelle camere e lasciamo giù i bagagli. (Piccolo appunto sull’hotel, 58£ per due notti compreso di colazione in zona Stratford è un altro affare) Incamminandoci verso la fermata Stratford, per prendere la tube che ci porterà a Westminster, in comune accordo decidiamo di pranzare. Ovviamente la scelta ricade sul classico pub. Birra, primo giro offerto da Renato, hamburger e patatine, poi di nuovo un’altra birra. Ok! Adesso si che siamo pronti! Una volta arrivati alla fermata di Westminster, lo stimolo della pipì si prende gioco di noi, così Renato decide di investire 5 euro per consentire alla banda di ragionare meglio con la vescica vuota. Grazie infinite Rena! Purtroppo, il Big Ben e gran parte del parlamento sono ricoperti dalle impalcature (i lavori di ristrutturazione termineranno nel 2022). Da lì intraprendiamo un bel giretto a piedi: passiamo da S. James Park con le consuete foto con i simpatici – o meglio – opportunisti scoiattolini, Buckingham Palace per il the con la Regina, Trafalgar Square visitando il bellissimo museo National Gallery (non lo abbiamo visitato davvero), Piccadilly con i suoi maxischermi e negozio di articoli sportivi, Lillywhithes, negozio da
visitare assolutamente se siete, come noi, dei malati di sport ed infine Leicester Square. Non chiedetemi i km percorsi, quando si è in ottima compagnia passa tutto più in fretta.

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Dopo questa bella passeggiata, che ha occupato gran parte del pomeriggio, ci facciamo
attirare da un altro pub, dove ci accomodiamo e tra una chiacchiera e l’altra beviamo
un paio di birrette.
Un po’ per dovere dettato da ordini familiari, per i classici gift marchiati Harrods, ed
un po’ per tirare l’orario di cena senza far nulla di impegnativo, riprendiamo la tube
per Knightsbridge, fermata per il più famoso grande magazzino d’oltremanica.
Harrods si rileverà estremamente utile anche per fare pipì. La birra fa brutti scherzi.
Arriva ora di cena, e il buon Zack, ci porta nel primo storico ristorante Fish&Chips di
Londra. Davvero ottimo! Durante la cena, la stanchezza e le numerose birre bevute
durante l’arco della giornata prevalgono su molti di noi. Una vittima della situazione è
la bravissima, gentilissima e italianissima cameriera. Nico tenterà un approccio,
ricevendo un secco e deciso due di picche. Finita la cena, ci dirigiamo verso il nostro
Hotel, dove finalmente ci aspetta una bella dormita per ricaricare le pile in vista del
match day. Ma nella strada tra noi e l’hotel c’è un pub. Cosa facciamo? – Vuoi non
fermarti a bere qualcosina prima di andare a dormire? – Io e Renato optiamo per un
whisky, Davide rhum, Giovanni l’ennesima Giunness, con l’ennesima chiamata tra Piazza
Affari e Wall Street (verrà soprannominato “The Wolf of Gatwick”), Zack e Nico
invece, si affidano alla completa inesperienza del barman e prendono un Long Island –
che detto da loro risulterà una schifezza – Poi, per fortuna, buonanotte!

DAY 2:
È il giorno della partita, vero obbiettivo della gita londinese. Per chi più e chi meno il nostro cuore batte per i colori Claret&Blue del West Ham United.
Sveglia, colazione dei campioni con salsiccia e uova e direzione London Stadium, o
meglio, store dello stadio. Paese dei balocchi per Tia. Per fortuna facciamo la mossa di
andare di mattina e non prima o dopo il match che sarà nel tardo pomeriggio e sarà
affollatissimo, grande scelta vista la lentezza nello scegliere cosa comprare. Dopo
circa un’oretta passata tra magliette, felpe, sciarpe e qualsiasi altro articolo vi venga
in mente, usciamo tutti un po’ più leggeri nel portafoglio, tranne Renato che sostiene
di non aver speso neanche un euro convinto che la sterlina sia una moneta virtuale e
chiedendo più volte la differenza con il pound. (solo sull’aereo di ritorno si renderà
conto di aver speso tutta la pensione di settembre).
Tube direzione Candem Town. Passeggiata tra i suoi negozietti dove Tia trova il
cappello tanto desiderato e gentilmente regalato da Nico, hat cap (coppola in italiano),
Davide prende un paio magliette alla sua dolce metà e poco dopo indovinate un po’
dove ci rifugiamo? Un altro pub! Consigliato ancora da Zack. Facciamo il consueto
doppio giro di birre intervallato dal piacevole incontro con alcuni ragazzi statunitensi,
anche loro tifosi Hammers giunti a Londra per la partita, brindisi e foto ricordo!

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Zack, che spingeva per mangiare street food alle bancarelle del mercato, alla domanda
-ragazzi mangiate qualcosa? – si lascia abbindolare dalla bella cameriera (tra l’altro
anche lei di origine siciliana) e decide di ordinare dei nuggets di pollo giusto per non
dirle di no, mentre Davide, promoter del mangiare al pub, ordina una non ben definita insalata di verdure e frutta. (Per dovere di cronaca in tutto ciò, Nico riceve
l’ennesimo due di picche dalla bella cameriera e Renato rimane abbagliato dal sinuoso
“petto” dell’altra cameriera dalle origini non definite).
Non sazi da quattro nuggets di pollo, prendiamo comunque un sudatissimo e per
fortuna buonissimo hot dog dalle bancarelle street food.
Di nuovo Tube direzione Stratford, ma non ancora per dirigerci allo stadio, abbiamo
un appuntamento con il mitico Christopher! Appuntamento al Carpenters Arms, uno dei
pub di ritrovo pre e post match dei tifosi Claret&blue. Il pub si presenta con un bel
cartello all’entrata con scritto “no support away”. Appena entriamo la coda per le
birre è da bollino rosso, tipo casello di Melegnano all’esodo di agosto, ma tutto ciò non
ci spaventa. Per la birra questo ed altro! Ci accolgono Christopher ed i suoi due figli
Calum (21) ed Edan (18) – per loro ci sarebbe da scrivere un libro -. Quattro
chiacchiere, parlando mezzo inglese e mezzo italiano e via tutti insieme, stavolta
direzione stadio

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Atmosfera bellissima, nell’aria non si respira tensione o ansia per il risultato, solo
voglia di West Ham, fratellanza, siamo tutti Hammers! Controlli pressoché inesistenti
o meglio, poco invasivi: non esiste il biglietto nominativo, stadio moderno senza
barriere, però…manca terribilmente il vecchio e cattivo Upton Park, per chi come
alcuni di noi ha avuto il privilegio di vivere, anche solo per una volta, l’atmosfera
magica di quel quartiere e di Boleyn Ground fatica ad abituarsi a ciò che è la nostra
nuova realtà.
Si entra allo stadio qualche foto per i social o solo per ricordo e via che si va al
proprio posto ad attendere l’ingresso dei giocatori accompagnati dalla nostra canzone

“I’m forever blowing bubbles”, sempre da pelle d’oca. L’arbitro fischia il calcio
d’inizio…non commenteremo il match, ma non perché ci vede sconfitti per 1-2, ma
perché in questo caso, nel nostro caso, il risultato non conta nulla.
Finito il match è ora di cenare. Optiamo ancora una volta per il pub del giorno prima, a
Stratford vicino allo stadio. In Inghilterra non è che ci sia troppa scelta.
A cena conclusa iniziava a salire la malinconia che da lì a poche ore saremmo stati sul
volo di ritorno. Però su con la vita! La sera non era ancora finita, il post cena
prevedeva ancora una tappa, la visita al bellissimo Tower Bridge. Scesi dalla tube alla
fermata di London Bridge, facciamo una piacevole camminata lungo il Tamigi da dove si
può osservare la City con i suoi grattaceli, la Torre di Londra dove sono custoditi
tutt’oggi i gioielli della Regina e ovviamente il Tower Bridge illuminato, che per la
prima volta abbiamo visto aprirsi! Proseguiamo la camminata attraversando proprio il
bellissimo ponte, poi costeggiando la Torre di Londra e per concludere la serata
riprendiamo la tube a Tower Hill direzione Stratford per tornare in hotel.

DAY 3:
Consideriamolo comunque un giorno della mini-vacanza.
Sveglia alle 5.30, sistemazione delle ultime cose nel bagaglio a mano, navetta privata
come i VIP puntualissima e comodissima che ci attende fuori dall’hotel e purtroppo si
parte per tornare all’aeroporto.
Ai controlli segnaliamo l’ormai hooligan Renato, che solo dopo ripetute minacce della
polizia si decide a fare i normalissimi controlli necessari prima di imbarcarsi.
La vacanza si conclude. Arrivederci alla prossima!
COME ON YOU IRONS!!!

Mattia Centanni

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La Station 936 incontra…Michele

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Presentati Michele
Ciao ragazzi, mi chiamo Michele Vianello sono di Venezia, 50 anni da festeggiare a Londra a Gennaio

Come e’ nata la tua passione x il West Ham United?
Appassionato di calcio inglese dai primi anni 80 … pallone bianco, folla a ridosso del campo, terreni come campi di battaglia, tanta lotta e sempre a correre … eppoi la folgorazione per quei colori, la zona di Londra, le origini di chi tifava Hammers

Che cosa rappresenta il Club per te?
Una grande passione da portare nel cuore e portare addosso indossando sempre qualcosa di quei colori … presto un tatuaggio, il primo per i 50

Che cosa vuol dire essere un Hammers?
Prima era tifare una squadra a prescindere dai risultati poi ho vissuto sulla mia pelle, prima a Milano e poi a Londra, quanto ripetiamo sempre: we are a family. Per anni ho frequentato la Sud a Venezia ma mai ho sentito lo stesso senso di appartenenza vissuto in prima persona a Londra. Salutarsi anche se mai ci si è visti prima, solo per essere li, entrambi, per lo stesso motivo, gli stessi colori

Raccontaci il tuo ricordo piu’ bello legato al W.H.U.
A Londra, in prima persona il mio primo FOREVER BLOWING BUBBLES dal vivo … In Italia il mio primo match day a Milano con la Station, alla Tv Di Canio contro l’Everton che rinuncia di segnare per aiutare il portiere avversario

Cosa pensi delle altre tifoserie inglesi?
Sicuramente più rumorose in passato, le nuove strutture hanno in parte attenuato il loro calore però in trasferta sempre grande spettacolo. In fondo in Italia molti hanno copiato lo stile British.Diciamo che la Championship è sempre un vedere e sentire se parliamo di quello

Sei mai stato in Inghilterra? Se si, dove?
Sono stato a Londra per la partita una volta, altre 4 per piacere … culla di molte culture, un posto dove puoi essere ciò che vuoi … sconvolgente per chi arrivava da una piccola realtà

Il Football che cosa vuol dire per te?
Non lo vivo con esasperazione tutta la settimana però il giorno della partita è un’angoscia continua se non la vedo alla TV, cercando di ignorare le notifiche che mi aggiornano sul risultato. Se la danno in TV, si prepara tutto per bene con birre, maglia e bandiere (vedi foto sotto)
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Come hai conosciuto la Station 936?
Cercavo chi condividesse la mia stessa passione, per parlarne assieme e poi c’è stata la sorpresa dei match day e la possibilità di trovare altri componenti della Station a Londra

Ultimamente hai partecipato al Raduno della Station 936, sensazioni?
Ho partecipato al Match Day di Milano, poi mi sono fatto 8 ore di treno da Venezia a Lecce per l’undicesimo Raduno ST936, ma sarei pronto a rifarle anche adesso.Stare una giornata assieme a ridere, chiacchierare e conoscerci non ha valore, eravamo in pochi e vedevo i ragazzi per la seconda volta dopo Milano, ma sembrava di riabbracciare dopo tanto i miei fratelli, come ci chiama Christopher… ed ha colto in pieno ciò che la Station è per tutti noi.

Cosa Pensi dello Stadio Olimpico?
Lo stadio sicuramente è bello ma troppo lontano dal terreno di gioco. Confortevole, ben organizzato ma come per molte cose “moderne” manca il calore

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Upton Park…che dire?
Mai stato ci ma visto e solo le foto ed i video bastano a trasmettere l’idea di un’atmosfera che non tornerà più

Un nome x il futuro del West Ham United
Se parliamo di giocatori sarebbe fantastico il passaggio del testimone da Noble a Rice come Mr West Ham. A tal proposito fantastica la foto che ritraeva assieme Bond, Noble e Rice. Se parliamo di Managers, amerei l’arrivo di uno tra Howe e Dyche

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 Un unico rammarico … per quanto uno ami la squadra, i colori, il quartiere e la città, mai la sentirà dentro come un vero East Enders

Grazie Michele!

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West Ham – Crystal Palace: 1-2

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West Ham (4141): Roberto 6; Fredericks 6.5, Cresswell 6 (Zabaleta 84), Ogbonna 6, Diop 6; Rice 6.5; Yarmolenko 7 (Wilshere 78), Lanzini 6 (Fornals 68), Noble 6.5, Anderson 6.5; Haller 7
Subs not used: Martin, Balbuena, Snodgrass, Ajeti
Gosls: Haller 54
Yellow cards: Yarmolenko, Haller, Fredericks

Crystal Palace (433): Guaita 7, Ward 7, Van Aanholt 6.5, Kelly 6.5, Cahill 6; McArthur 6, Kouyate 6, McCarthy 6 (Townsend 81); Zaha 6.5, Ayew 6.5 (Benteke), Schlupp 5.5
Subs not used: Hennessey, Tomkins, Dann, Meyer, Camarasa
Goals: Van Aanholt 63, Ayew 87
Yellow cards: Ward, Benteke

Att: 59,912
Referee: Michael Oliver 7

DAILYMAIL

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