PRESENTATI FEDERICO:
Sono Federico ho 45 anni, sono nato e cresciuto al confine tra Lombardia e Piemonte. Ho un figlio quasi maggiorenne. Condividiamo la passione per il Milan ma non quella per il West Ham, lui tifa Liverpool. Sono appassionato del Football, del Basket, adoro correre. Gli Oasis per me hanno e tutt’ora rappresentano uno stile di vita, la loro musica è poesia. Corro quando posso. Lavoro per SKY, dove prima o poi sono certo riuscirò ad incontrare un idolo indiscusso come Di Canio e magari riesco anche strappargli un vocale per la Station 936.
COME E’ NATA LA TUA PASSIONE PER IL WEST HAM?
Era il 1994, io ero da poco più di un mese maggiorenne. Allora mi trovavo a Ramsgate, nel Kent inglese, ospite di una famiglia come ragazzo alla pari. Studiavo Inglese alla Churchill House. Frequentavo molto nel tempo libero uno dei due figli, che aveva due grandi passioni che alla fine mi trasmise, il West Ham e la produzione clandestina di Gin in House. Se è vero che mi appassionai velocemente al mondo della distillazione del Gin, tanto da dargli una forte mano nella produzione, lui fece molta fatica a coinvolgermi nel mondo del football, me ne fregava veramente poco. Provò più di una volta a tirarmi in mezzo, ma con scarsissimi risultati. Fino a quando un giorno, facendo carte false (o meglio non ho mai saputo come fece) mi trovò un biglietto per assistere ad un West Ham vs. Aston Villa, a quel punto vuoi per educazione vuoi per cortesia, non me la sentii di dire di no, e andammo assieme. Era un sabato di Settembre, finii in un pub molto prima dell’inizio del match, birra a fiumi e canti. Io non capivo, non comprendevo. Poi a piedi verso Upton Park, l’ingresso allo stadio, subito una sensazione molto forte di essere tra migliaia di amici, è difficile da spiegare, certe cose vanno necessariamente provate. 1-0 goal di Cottee, che assieme a Dicks e a Potts mi rimasero per ovvi motivi nel cuore. Allora c’era Redknapp, grande manager sotto tanti punti di vista. Il resto ve lo lascio immaginare, dal non farmi convincere all’amore a prima vista, che dura indelebile ancora oggi nonostante siano passati quasi 30 anni.
CHE COSA RAPPRESENTA PER TE IL CLUB? CHE COSA VUOL DIRE ESSERE UN HAMMERS?
Rappresenta tante cose, la passione per il calcio che si incastra alla perfezione con la passione per lo stile british. Ma non è solo questo, è appartenere a qualcosa di più grande. Ci sono alcuni slogan che non sono fini a se stessi, questo club e i suoi tifosi sono una famiglia, per davvero. Io l’ho imparato con il tempo, e auguro a chiunque si avvicini nel futuro alla Station di capire di cosa parlo, di provare le stesse sensazioni e le stesse emozioni. You cannot understand if you are not one of us. Io sono orgoglioso di essere un Hammer. Mi piace pensare che non sia stato io a scegliere ad aver scelto di diventare un Hammer, ma che sia stato il fato e il club stesso per mezzo di alcune persone ad avermi scelto. E non poteva capitarmi di meglio, dalle sconfitte alle vittorie per sempre Hammer, con orgoglio e cuore.
RACCONTACI IL TUO PIU’ BEL RICORDO SUL WEST HAM.
Una away al Craven Cottage, ebbi il coraggio di sfoggiare un maglioncino del West Ham in mezzo ai tifosi del Fulham che a loro volta non ebbero il coraggio di dirmi nulla. Solo uno di loro si avvicinò e mi disse: “hai del gran fegato ragazzo”. Bevemmo una pinta assieme post partita, e siamo diventati grandi amici.
COME LO VEDI IL TIFOSO HAMMERS?
Uno che non molla mai, uno che non si abbatte nei periodi bui e che ha voglia di far festa in quelli migliori. Uno che porta rispetto ma che pretende rispetto, da tutti. Uno che è sempre pronto ad aiutare un proprio fratello e che non ha mai paura di portare in alto i colori Claret & Blu.
QUANTE VOLTE SEI STATO IN INGHILTERRA?
Più o meno una ventina, di cui almeno una decina a seguito del club.
COSA CI VUOI DIRE DELLA NOSTRA AMATA TERRA INGLESE?
L’Inghilterra rappresenta da sempre una terrà imperiale, ma allo stesso tempo ti permette di essere libero di essere te stesso. Dalla prima volta che sono stato in Inghilterra ho sentito il loro modo di vivere come mio, come un vestito che mi calza perfettamente. Ogni volta che ci torno sento energia positiva, mi sento a casa mia. Quando sono la, ho imparato a vivere da Inglese e a fare molte cose da Inglese. Ho molti amici sparsi in tutta l’Inghilterra, non perdo mai l’occasione di passare un pò di tempo assieme a loro quando possibile.
QUANTE PARTITE HAI VISTO DEL WEST HAM?
Una decina di cui 2 Away (Craven Cottage e Leeds).
CHE COSA RAPPRESENTA PER TE IL FOOTBALL INGLESE?
Il football inglese non è un football, è “IL football”. Tradizione e passione, spettacolo, sportività. Insomma, lì c’è la storia di questo sport, è uno dei loro simboli di identità nazionale. Per gli inglesi il football è una cultura, è legame con il proprio club e con la propria gente. Ed è uno stile di vita.
COME HAI CONOSCIUTO LA STATION 936?
Prima di conoscere la Station facevo parte di un altro gruppo, dal quale mi staccai perché sentivo che le persone che ne facevano parte non erano unite. Ricordo che voi della Station faceste un raduno al football pub di Milano. Bene io ero lì e vi guardavo, e li ho capito quanto eravate legati. Il giorno seguente vi contattai, ed eccomi qui.
RECENTEMENTE SEI STATO CON NOI AL RADUNO DI VENEZIA, IMPRESSIONI?
E’ stato i mio primo raduno con voi. Ero emozionato come un bambino, avevo molto desiderio di conoscervi e di dare un volto a persone con le quali fino ad allora avevo solo parlato virtualmente. E’ incredibile come siamo riusciti a personificare i concetto di famiglia. Mi sembrava di conoscervi da sempre. Mi avete accolto in un modo incredibile, è stata una giornata indimenticabile, fatta di divertimento, confronto, buona birra e di un 4-1 memorabile a casa dei Villans. Forse anche questo era destino, dopotutto per me è iniziata proprio contro i Villans questa passione. Laddove è possibile cercherò di partecipare a quanti più raduni nei prossimi anni.
COSA PENSI DELLO STADIO OLIMPICO?
Lo dico con un nodo alla gola, ma era un male necessario per fare il salto che ci era stato promesso. Peccato che le promesse poi non siano state mantenute. Sicuramente è lontano anni luce dalla mia idea di stadio british, troppo grande, troppa dispersione, troppo appartato.
E DI UPTON PARK CHE COSA RICORDI ?
Io ci sono stato, e mi ritengo uno dei fortunati in tal senso. E’ una domanda complicata perché io la leggo come: “cosa ricordi di casa nostra”. Era la nostra casa, era un punto di riferimento per la nostra gente, ci andavi seguendo dei riti. Li abbiamo fatto la storia, e che storia. Li ti abbracciavi.
IN UN IPOTETICO FUTURO HAMMERS CHE COSA TI PIACEREBBE VEDERE?
Non l’ho mai nascosto, io sono molto Old School, quindi un Hammers per me dovrà sempre avere il sangue negli occhi. Deve essere uno disposto a lottare ad ogni costo per la maglia, per i colori e per la storia di questo club. Deve essere uno che quando gira per strada sia orgoglioso di dire: “sai, io sono un Hammers”
CHIUDI GLI OCCHI… SEI NELLO SPOGLIATOIO CON I RAGAZZI CLARET AND BLUE, STATE PER SCENDERE IN CAMPO….LE TUE ULTIME PAROLE?
Rispettateli, ma fategli il culo
Grazie Fede, per noi sei un valore aggiunto al nostro gruppo… This is Station 936