Il ritorno

Ritorno nella mia amata Londra 14 anni dopo l’ultima e per ora prima volta, ci ritorno più uomo, ma ancora più bambino, oltre a mia moglie, questa volta c’è anche mio figlio 12 enne, e altri amici, ci ritorno da turista, ringrazio i miei amici, Max, Sax, Katia e mia moglie Anna, che si sono preoccupati di tutto quanto, biglietti aereo, albergo, visite ecc. ecc. li ringrazio perché loro sanno e lo hanno sempre saputo che nell’attimo che abbiamo deciso di fare questa mini vacanza in terra inglese, la mia testa, le mie cellule sportive hanno iniziato a mettersi in moto, 14 anni in attesa e il tempo di capire, di sognare ed è iniziato il riscaldamento, cellule in movimento, stretching e concentrazione, con Max che alimentava il fuoco, Sax che programmava e….trovare i biglietti per la partita con il Chelsea è stato un gioco da ragazzi, a quel punto, cari miei…le cellule hanno iniziato a stringere i tacchetti, parastinchi e fasce, per la partita serve tutto, a quel punto sono entrato in una fase che dire “allucinogena” non rende l’idea, la mia testa è ritornata in dietro a quella visita di 14 anni fa … emozioni uniche, adesso con me c’erano dei ragazzi, Simone, Giacomo,Alice e Davide mio figlio, i ragazzi avevano così tanto sentito parlare di stadi inglesi , di storie, aneddoti e Football inglese che non stavano più nella pelle, e io con loro… e così di seguito ho cercato di raccontare la visita della Station 936 nella Londra del Football…e non solo.

Giovedì 9 settembre: mi ritrovo seduto sull’aereo, guardo giù e penso “ma quanto è grande e larga stà Francia?..non finisce più”…poi vedo il mare, e mi dico che tra un pò ci siamo, poi vedo la costa, England, vedo quei prati così verdi e belli come non ci sono da nessuna parte…forse, ci siamo, la truppa prende la situazione in mano, atterriamo all’ Aeroporto di Londra Stansted , treno e arriviamo a Liverpool Street, appena scesi , intravedo il simbolo dell’Intercity…Firm ,e qua parte una deviazione nella mia testa perché subito collego le trasferte dei tifosi del West Ham, già, pieno periodo Hooliganismo, il bello e il brutto della vita degli Ultrà. Arriviamo in London e l’impatto con la città è stupendo, un’atmosfera bella, milioni di persone, una città multietnica, cerco di ricordare , ma sono passati troppi anni, comunque le mie cellule sportive analizzano i giovani e i meno giovani in cerca di tifosi, cerco di capire saranno Arsenal o Chelsea, magari Millwall o Tottenham, giriamo per il centro, veramente una bella città, non la ricordavo così bella, super controllata, telecamere ovunque, la Police che controlla, già ..questi sono giorni da codice verde,giallo e rosso, basta poco. Dopo cena, dico al gruppo che noi maschiacci dovremmo incontrare Stefano Faccendini l’autore di “Noi siamo il Wimbledon”, ci siamo conosciuti su internet e abbiamo appuntamento nel suo Pub “Rose & Crown”, zona Arsenal , partiamo e dopo una bella gita nella Londra notturna arriviamo a destinazione, ci incontriamo di persona dopo tanto tempo , ci stringiamo la mano e subito ci sentiamo tra amici, una Guinness dopo l’altra, parliamo di tutto, ci spiega tutto del posto, del Football, della sua vita in terra inglese, ci presenta sua moglie, i suoi amici, faccio anche una foto con 2 tifosi Arsenal, di una bellezza unica, insomma una bellissima serata… ricordo 14 anni fa, a quest’ora ero incantato davanti ad Highbury con i suoi cannoni…adesso non esiste più, solo una specie di Residence…meritava di più. Ci salutiamo e mi rendo conto che Stefano è stato proprio gentile, si offre di accompagnarci, ma noi diciamo di no, vogliamo gustarci il bus e le luci, arriviamo all’Hotel stanchi ma felici, bella, bellissima serata, Sax è rimasto colpito…dal vedere 2 ragazzi entrare al pub in tenuta partita..con tanto di scarpe e ticchettio dei tacchetti…e si… siamo a London, sono presente e lucido, commosso, penso a tante cose…non posso descriverle, le posso tenere solo strette dentro di me.

Venerdì 10 settembre: giornata piena, organizzo con i ragazzi un briefing post colazione, oggi è una giornata da sfruttare a tempo pieno…mentre i “Turisti” organizzano le cose da vedere, assaporare e vivere…Big Ben,Tower Bridge, Tower of London,St. Paul Cathedral, House of Parliament, Westminster,Buckingham Palace…insomma tutte cose bellissime, io… noi decidiamo che dobbiamo farli sfogare e poi, poi partiamo all’attacco con palla in “The box” e puntiamo i “Templi” veri… loro annuiscono e mi dicono che …aspetteranno un mio segnale….ahhh i ragazzi, Londra è veramente una città stupenda, non scherzo, dai è davvero bella, ci divertiamo e mi diverto, notiamo girando per la città tanti negozi sportivi, sento che i ragazzi scalpitano e io con loro…ma dobbiamo resistere ancora un po…a un certo punto, ragazzi che dite se andiamo in un bel parco?… Bishop’s Park…siiii dai andiamo…a quel punto scatta il piano Football, dai li vicino c’è il Craven Cottage, lo stadio del Fulham…i ragazzi capiscono e scattano in avanti mettendo da parte tutta la stanchezza accumulata per le visite d’obbligo….un’euforia pazzesca ci colpisce, è scattata l’ora x…tocca a noi, e qua non finirò mai di ringraziare Roberto Gotta che con il suo libro “Le reti di Wembley”(con me nella borsa) mi ha permesso di capire e sognare che cos’è il Football vero, porto la truppa nella stradina che porta allo stadio , costeggiando il Tamigi, come nel libro sento le cose che …non posso descrivere, non sono uno scrittore, capitemi, e quando spunta la Putney End… lo stadio infinito nel tempo , con la sua storia, i suoi mattoni, i suoi ingressi strettissimi, le sue case, il Cottage…ecco capisco, i ragazzi e anche le mamme realizzano che siamo in un altro mondo, dopo aver assaporato un buon??? caffè nel bar della sede, camminiamo cercando di assaporare tutte le sensazioni che quel posto ci regala, nel prato dietro lo stadio, i ragazzi corrono , magari immaginando di giocare un match dentro …io nò..non corro, sono perso nei miei pensieri. Prendiamo la Underground, destinazione Wimbledon…nel tempio del tennis mondiale..piccola deviazione, ma non posso neppure immaginare di esser li vicino e non andarci..e poi i ragazzi giocano anche a tennis, perciò camminando vediamo spuntare alcuni ragazzi con maglioncino Blu&Viola…arriviamo , tanto verde, vediamo dei ragazzini allenarsi e divertirsi, vediamo il centrale, i tabelloni, immenso e stupendo, foto di rito..e via Chelsea, Stanford Bridge, 14 anni fa ero stato li per una vittoria storica del West Ham per 2-1 all’ultimo minuto, lo stadio era un cantiere, ero in una curva fatta con tubi di ferro, ricordo che la massa si muoveva e si volava, chissà adesso come sarà?…spuntiamo nella Fulham Road..altri tempi…per i tifosi ospiti salire e fare quella piccola salita e arrivare allo stadio era dura, accidenti ricordo lo spiazzo, un muro..eccolo, separare le case, in alto ancora punte o ferro anti scavalcamento…e poi lo stadio, bellissimo, maestoso, tutto perfetto, pulito, lucido, un megastore da alieni…io lo ricordavo più caldo, ma.. volevo che capissero la differenza tra il vecchio e il nuovo, Chelsea, Fulham…due opposti, a modo loro 2 bellezze. Alla sera riflettiamo su tutto quanto, abbiamo passato una bella giornata, turistica e sportiva , siamo soddisfatti, e al ristorantino italiano ci rilassiamo e ci gustiamo la Londra notturna…ma le mie cellule mi ricordano che domani c’è il Match.

Sabato 11 Settembre: oggi è il giorno della partita, al mattino c’è ancora una visita da fare..Portobello, va bene dai, mi dico va bene così, raduno i ragazzi e capiamo che non possiamo dire di no, facciamo una bella passeggiatina tra mille bancarelle colorate, piene di cose belle, curiose… ma dobbiamo andare, siamo lontani dalla meta, perciò Underground e Bus, perché oggi la metro che porta a Upton Park si ferma prima causa lavori, nessun problema, l’emozione aumenta e ci ritroviamo in mezzo a colori “Claret & Blue”, maglie che conosciamo tutti quanti, un quartiere multietnico, colorato, festoso, nella mia testa so che tra un po’ dovrebbe spuntare la Upton Park Tube Station che in tante foto abbiamo visto, eccola , con i suoi mattoni rossi, la guardo bene perchè l’ho sognata tante volte, dopo so che arriverà il pub The Queens, e la tappa sarà d’obbligo, entriamo e ci ritroviamo immersi nel mondo Hammers con le foto alle pareti di Bobby Moore, trofei, coppe, e tifosi che ci guardano incuriositi…da quei stranieri, ma un’attimo dopo sono li a domandarci il perché del tifo West Ham… rimangono colpiti e scattano le foto ricordo, ci beviamo una pinta e scappiamo verso un’altra meta….il Ken’s cafè…a due passi dallo stadio, altro ritrovo hammers degli anni 60-70…qua i giocatori si facevano delle belle bevute …dentro foto, trofei, gagliardetti, pistole, fucili…per davvero, ci fermiamo e pranziamo li dentro, sono estasiato dal momento, esco, rientro, compro il Programmes, cerco il Boleyn pub, lo vedo, cerco un altro locale famoso Cassettari’s or Nathan’s, rientro al Ken’s e mangio qualche cosa, racconto hai ragazzi alcuni aneddoti, mia moglie teme per la mia salute e me lo fa capire…ma oggi per il sottoscritto ci sono troppe cose da vivere, finito il pranzo…due passi dopo ci troviamo davanti a Upton Park, lo stemma sembra guardarci, lo accarezziamo, il cancello con la sua scritta, West Ham United, oltre il cancello vedo, ma non ci posso credere un’altarino…foto, sciarpa, targa, fiori, i ragazzi vogliono andare allo Shop WHU, facciamo parecchia spesa, per noi e per gli amici che sono rimasti a casa, e poi uscendo vediamo arrivare DG uno dei presidenti , i tifosi si fermano per gli autografi di rito…e noi urliamo Italian Fans Club Station 936….si ferma e viene verso di noi, ci stringe la mano e foto di rito, gli Hammers attorno a noi domandano e incuriositi fraternizzano con noi, attorno a noi c’è una bellissima atmosfera, abbiamo appuntamento con amici italiani…Pietro92 e Younghammers, ma non li troviamo, a questo punto salutiamo le mamme , per loro niente partita ma visite in città, shopping e ritrovo alla sera, per noi la Bobby Moore Stand, una volta dentro… il cuore impazza a mille all’ora, troppe emozioni, lo stadio è bellissimo, lo visitiamo in ogni angolo, camminiamo verso gli angoli oscuri pieni di storia, ci sediamo in mille posti, ogni angolo per noi è importante, il manto erboso mai così verde, i ragazzi toccano anche il prato, gli uomini della security, osservano e collaborano , troviamo altri tifosi Hammers Italiani, di ogni parte d’Italia, Genova, Roma, Bergamo, alcuni sanno chi siamo per via del Blog e di Facebook, altri incuriositi si informano… una gran bella soddisfazione, il tutto ci diciamo è nato molti anni fa, e adesso siamo qua… come dice The Sax “non solo parole, ragazzi” siamo felici, cantiamo insieme al popolo Hammers, la partita ha inizio e subito si mette male, il Chelsea si dimostra forte in tutti i reparti, ma noi Irons non molliamo e quando la partita sembra chiusa Parker la riapre, gli ultimi minuti sono fantastici, traversa e illusione di vivere un finale coi fiocchi, tutti “In the Box”… il match finisce con la vittoria meritata dei Blues, ma per noi è solo un dettaglio, fuori i ragazzi sono in attesa dei giocatori per gli autografi di rito..da queste parti si fermano sempre, e così arrivano le foto con Upson, Noble, Obinna, Green, Cole…va via anche il Pullman del Chelsea, nessun lancio di oggetti…l’uscita è talmente stretta che l’autista deve fare più manovre, ma nessun problema…la festa inizia subito dopo al Pub “ The Boleyn”, locale leggendario vedo la statua di Bobby Moore con i suoi compagni Geoff Hurst, Martin Peters, Ray Wilson…andiamo, rifletto sul significato di quel posto, mi ritrovo nel pub, tra canti, balli, birra , pacche sulle spalle, una festa dopo una sconfitta nel derby, siamo estasiati dal momento, tante risate, balliamo, cantiamo con i ragazzi che aspettano fuori, tra mille Bobby…fuori, tutto tranquillo, mille tifosi festosi, ci avviciniamo a un Poliziotto, chiediamo se può farci una foto con lo sfondo la statua di Bobby Moore, nessun problema … scattta la foto ricordo, ecco a quel punto non vorrei andare via, capisco che le emozioni che abbiamo provato oggi, c’è le porteremo per sempre dentro di noi, siamo felici dell’esperienza, compriamo ancora alcune cosette, sciarpa,ecc. la tentazione è tanta, mi guardo ancora intorno, voglio gustarmi gli ultimi secondi, respiro a pieni polmoni, guardo i ragazzi , anche loro sono coscienti dell’esperienza vissuta, prendiamo la via del ritorno…e prima di perdere la vista di Upton Park e il suo popolo…mi giro, e riflesso su una macchina vedo la mia maglia…numero 6 di Bobby Moore…mi emoziono, stringo mio figlio forte…salutiamo ancora alcuni amici inglesi..riesco a far ridere tutti con il mio francese-inglese…e mi ritrovo a guardare dal finestrino dell’aereo, e vedo mille bolle… I’m forever blowing bubbles, Pretty bubbles in the air, They fly so high, Nearly reach the sky, Then like my dreams, They fade and die.

2010

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