Alvin Martin
Per questa settimana vi propongo un difensore che vestì il Claret and Blue da metà degli anni ’70 a metà degli anni ’90, diventando il quinto più presente all-time con la nostra maglia. Vi parlo di un ragazzo proveniente dal Merseyside, in particolare da Walton (sobborgo di Liverpool a nord di Anfield), nato il 29 di luglio del 1958. Il suo nome è Alvin Edward Martin. Tifoso dei Toffees, con cui iniziò a tirare i primi calci al pallone giocando anche nelle squadre giovanili prima di partire nel 1974 rifiutando un contratto “part-time”. Fallito nell’estate sempre del ’74 il provino con il Queens Park Rangers, fu scelto dal West Ham esattamente il giorno dopo. Firmò il suo primo contratto (non professionistico, una sorta di contratto in prova) il 19 agosto 1974. Non molti si sarebbero aspettati che questo ragazzo di appena sedici anni, in cui l’Everton non aveva creduto e che il QPR aveva addirittura scartato, avrebbe giocato ad Upton Park per più di un ventennio. Ma se il soprannome storico del West Ham è “The Academy of Football” un motivo ci sarà. Dopo un paio di anni di giovanili, conditi dalla finale di FA Youth Cup del 1975, nel giorno del suo diciottesimo compleanno firmò il primo contatto da professionista. Prima di vederlo giocare per la prima volta in prima squadra, però, si dovette aspettare quasi due anni, precisamente il 18 marzo 1978 quando fece il suo debutto (subentrando a partita in corso) a Villa Park, in un sonoro 4-1 rifilatoci dai Villans. La sua prima da titolare fu invece una ventina di giorni dopo, ad Elland Road, quando contribuì alla vittoria per 2-1 sul Leeds grazie alla sua prima rete tra i PRO. La stagione si concluse con la retrocessione in Second Divison, ma si ebbe anche l’inizio di carriera di questo nuovo astro nascente per la difesa. La stagione successiva si rivelò abbastanza altalenante perlomeno all’inizio, con un maggiore impiego nella seconda parte del campionato. A fine anno, 23 presenze e una sola rete. Le due stagioni successive videro un netto incremento del suo impiego da parte dell’allora manager John Lyall: 55 presenze nel 1979-80 e 60 nel 1980-81, con 5 goal (3+2). Nella stagione 1979-80 giocò tutte le partite della campagna vincente di FA Cup eccetto il replay della semifinale con l’Everton.
Il primo (e unico) importante trofeo entrò, grazie alla vittoria sull’Arsenal il 10 di maggio 1980, nella bacheca del ventiduenne Alvin. Al termine della stagione 1980-81, come noto, il West Ham vinse la Second Divison e finalmente poté ritornare a confrontarsi con l’élite del calcio inglese. In questo biennio entra anche nel giro della Nazionale dei Tre Leoni, sotto la guida dell’esperto Ron Greenwood. Dal 1980 al 1986 collezionò totalmente 18 caps. Nella stagione seguente, conclusa a metà classifica, realizzò il suo massimo numero di reti in un Campionato (4, di cui una doppietta al Coventry City), record che eguaglierà quattro stagioni dopo. Negli anni seguenti continuò ad essere un punto fisso nell’11 titolare, concludendo sempre le stagioni tra i più presenti e togliendosi, di quando in quando, anche la soddisfazione di entrare nel tabellino alla voce “marcatori”. Oltre che quattro volte alla voce “espulsi”, ma per un difensore è un buon risultato. Ricevette tre Hammer of the Year (1980, 1982 e 1983); a partire dal 1984, e per 7 anni, indossò anche la fascia con la scritta “CAPTAIN”, non una cosa da nulla. Fu tra i protagonisti anche nell’85-86, anno in cui il West Ham chiuse terzo (miglior risultato di sempre), segnando addirittura una tripletta in uno storico 8-1 al Newcastle. Non solo! I tre goal li segnò a tre portieri (anche se solo il primo era portiere “di mestiere”) differenti: Martin Thomas, Chris Hedworth e Peter Beardsley. A fine di questa stagione eccellente fu convocato sempre da Greenwood alla rassegna iridata di Messico 1986. Durante la Coppa del Mondo, vinta dall’Argentina di Diego Maradona, scese in campo solo negli ottavi di finale contro il Paraguay (vittoria per 3-0), ricevendo un giallo al 37’.
Era in panchina il famoso 22 giugno 1986, quando Maradona segnò due tra i sue goal più famosi: la Mano de Dios e il Goal of the Century. Dopo la stagione 1985-1986 iniziò la fase calante della sua carriera: in campo scendeva sempre meno (il massimo furono le 30 presenze in Second Division 1989-90), con la Nazionale non giocò più e l’età avanzava. Piccole curiosità: riuscì a giocare anche in Premier League (nata nel 1992-93) nelle stagioni dal 1993 al 1996; ha giocato in First Division sia quando era il primo livello sia quando era il secondo livello; lui e Billy Bonds (compagni di squadra dagli inizi di carriera di Martin al ritiro di Bonds, quindi per ben 12 anni) sono i due unici calciatori nella storia del West Ham ad essere premiati con due “testimonial match”. Il 5 maggio 1996, i quasi 24mila presenti ad UP assistettero alla sua ultima partita con la nostra maglia, prima di un ultimo anno con l’Orient (17 presenze e 0 goal). In tutta la sua carriera, ha indossato (e onorato) in 592 partite ufficiali il claret and blue, segnando 34 reti e venendo inserito nel Dream Team All-time. Dal 1997 al 1999 fu allenatore al Southend United, squadra dell’Essex. I suoi due figli sono entrambi calciatori: David è portiere, dal 2010 in forza al MK Dons, mentre Joe è difensore, dal 2015 al Millwall dopo 6 anni al Gillingham.
Angelo Hammer Ceci